« Cominciate dai saluti, poi parlate. »


— افشوا السلام بعد الكلام

afshū as-salām baʿda al-kalām

« Cominciate dai saluti, poi parlate. »

Questo precetto islamico racchiude una saggezza antica: la vera parola nasce in un clima di pace. Il saluto non è una formalità: è un atto teologico. Precede la parola come un fondamento, un riconoscimento dell’altro, un’apertura al dialogo.

Nei Vangeli, questa dinamica è particolarmente evidente dopo la risurrezione. Quando Gesù appare ai suoi, le sue prime parole non sono né dimostrazioni né rimproveri, ma un saluto, pieno di dolcezza e potenza:
«La pace sia con voi.»
In greco: εἰρήνη ὑμῖν (eirēnē hymin)

📖 Giovanni 20,19 :
«Gesù venne, si presentò in mezzo a loro e disse: "La pace sia con voi."»

📖 Giovanni 20,21 :
«Gesù disse loro di nuovo: "La pace sia con voi. Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi."»

📖 Giovanni 20,26 :
«Gesù venne, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: "La pace sia con voi."»

📖 Luca 24,36 :
«Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: "La pace sia con voi."»

Ogni volta, la pace precede ogni spiegazione, ogni missione, ogni comprensione. È la pace che rende possibile la parola. Essa calma la paura, ristabilisce il legame, prepara all’invio.

In una società spesso tesa, frammentata o affrettata, prendersi il tempo per salutare — dire buongiorno, augurare la pace — è più di un gesto di cortesia: è una forma di liturgia discreta.
È confessare, con un gesto semplice, che l’altro esiste, che merita di essere visto, accolto, ascoltato.

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