L’erranza notturna
Allora, forse avevo bisogno di dirlo chiaramente: io scavo. Sono arrivato alla convinzione che scavare sia necessario. Una convinzione così forte che non è rimasta lì, come un proposito di Capodanno, ma che metto davvero in pratica: io scavo. Qui, con voi. E continuo a scavare.
Perché Antonioni, quello della trilogia? Perché Ozu, perché Satyajit Ray? E perché li associo nello stesso ricordo? In questa opera di scavo, a volte riporto alla luce delle chiavi che sembrano aprire le porte di tutti e tre, a volte solo di uno o dell’altro. Questa volta la chiave arriva da qui. Mi piace. Sembra funzionare solo con la porta di Antonioni, ma sicuramente serviranno altri scavi.
Non si tratta più dell’interesse di Antonioni per l’astrazione spaziale – ammettiamolo, era comunque una cosa bellissima – ma della nozione di “film dell’erranza notturna”.
Ebbene sì, anche questa è una bella cosa. Include La Notte, si applica a Mulholland Drive, spiega in parte perché ho apprezzato tanto Quand je ne dors pas.